Mostra fotografica Urbana “Montepulciano Amore Mio”
“Montepulciano Amore Mio” è la mostra fotografica urbana ideata dalla Strada del Vino Nobile di Montepulciano e dei Sapori della Valdichiana Senese.
Un viaggio fotografico di riscoperta del decennio 1970-1980 che ha determinato lo slancio culturale ed economico del Comune di Montepulciano. Anni di fermento segnati da un susseguirsi di eventi che hanno cambiato per sempre il passo di questo territorio: la mostra d’arte contemporanea Amore Mio (1970), la nascita del Cantiere Internazionale d’Arte (1974), il primo Bravio delle Botti (1976), il Piano Regolatore Particolareggiato del Centro Storico (1979), il riconoscimento del Vino Nobile di Montepulciano DOCG (1980).
“Montepulciano Amore Mio” è una mostra rivolta alla cittadinanza di Montepulciano e a tutti coloro che, per ragioni diverse, hanno stretto un legame personale con questo territorio. Una mostra ma che è anche un invito agli stessi a dimostrare vicinanza a Montepulciano e alle attività di tutto il suo territorio in questo singolare periodo storico.
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Amore mio (1970): un evento epocale
Amore mio è l’insolito nome della mostra, o meglio, manifestazione (così la definisce Maria Rosa Russo nella “Guida alla Sale di Amore Mio”) che si tenne nell’estate del 1970 a Palazzo Ricci, luogo altrettanto insolito per la scena artistica di quegli anni, del tutto fuori dalle coordinate del mondo dell’arte.
Fu un evento epocale. I partecipanti, spinti da uno spirito che portava i segni della mobilitazione del ‘68, ribaltarono le logiche tradizionali dell’arte.
Amore mio, infatti, si presentava con una formula del tutto nuova per la scena dell’epoca. Per la prima volta in Italia nell’esposizione di Palazzo Ricci le regole furono dettate dagli artisti e non dai critici, gli stessi artisti che si autoconvocarono a Montepulciano per raccontare in una mostra la propria storia, le proprie ispirazioni, gli amori –da qui il nome – che avevano segnato il loro percorso artistico, culturale e morale.
Seppur la critica d’arte fosse oggetto di un vero e proprio affronto, questa non mancò di partecipare all’evento. Maria Rosa Russo coinvolse Achille Bonitoliva, divenuto poi uno dei più importanti critici d’arte, il quale si occupò degli allestimenti, della redazione del catalogo e della diffusione stampa dell’evento. Bonitoliva stesso commentò in un’intervista alla storica rivista di arte e architettura Domus:“Gli artisti hanno chiamato me a contraddire il mio ruolo di critico d’arte”. La critica si riunì in un convegno nella sala consiliare del Municipio passato alla storia come la “Dieta di Montepulciano”, invitata dall’organizzazione a riflettere sulla posizione nella società, a sviscerare la formazione e il ruolo, nonché i loro amori.
Alla mostra-manifestazione parteciparono: Alfano, Alviani, Ceroli, Colombo, De Vecchi, Fabro, Kounellis, Mambor, Marotta, Mauri, Merz, Nanni, Nannucci, Pistoletto, Scheggi, Tacchi e Vettor Pisani. Lo storico dell’arte Filberto Menna definì Amore Mio “L’avvenimento più vitale dell’annata artistica”(1970).
Di Amore Mio oggi rimane un catalogo fotografico della mostra, dalla copertina bianca e una miniatura rosa dell’Amore e Psiche di Canova, proprio a simboleggiare il senso della mostra: carta bianca sulla quale rappresentare l’Amore mio di ognuno degli artisti partecipanti. Oltre al catalogo, è custodita nella Fortezza di Montepulciano un’opera di Mario Cerioli donata dalla famiglia di Maria Rosa Russo al Comune di Montepulciano.
Bravio delle Botti (1974)
La manifestazione si inserisce in un capitolo di storia di Montepulciano risalente al lontano 1373. In principio si correva con i cavalli, così come il celebre Palio di Siena. Ma la storia recente del “Bravìo” inizia nel 1974 quando il parroco Don Marcello Del Balio ebbe l’idea di trasformare il Bravìo nell’odierna corsa delle botti.
L’iniziativa partì, ebbe successo e continuò arrivando ai fino ai giorni nostri giorni con pochi con pochi che scommettevano sulla sua vitalità e la resistenza. La gara infatti apparve subito come una contesa strampalata, quanto meno insolita, stravagante, perfino infondata dal punto di vista pratico, dal momento che non occorse mai a bottai o a cantinieri doversi battere in velocità per le strade spingendo barili, caratelli e tanto meno botti vuote.
Tuttavia proprio questo fu considerato dai sostenitori dell’iniziativa un punto di forza, come un’assoluta originalità affermando che, invece d’attirare il ridicolo, tale aspetto avrebbe costituito uun’attrattiva, un modo di distinguersi tra altre manifestazioni, a differenza di quelle ippiche , che si presentano numerose ma ripetitive.
Ebbero ragione: si poteva pensar di meglio, ma nessuno lo pensò e l’idea di Don Marcello Del Balio si affermò e si mostrò vincente. Ad influire sicuramente il periodo. Il periodo intorno all’anno 1974 fu indubbiamente tra i più tribolati della vita sociale e politica del Paese: l’anno sta nel cuore della lotta politica armata, tra l’inizio della contestazione sessantottina e l’assassinio di Moro nel 1978: quasi assurdo pensare che una iniziativa tutto sommato spensierata potesse radicarsi in un contesto così dilacerato e tragico. Eppure fu così. L’intuizione di Don Marcello del Balio fu poco intellettualistica, ma profonda: cozzava c on tutte le considerazioni del buon senso, ma andava oltre l’aspetto esteriore della situazione.
Cantiere Internazionale d’arte (1976)
IL MANIFESTO DI HENZE:
1) Al centro di tutte le attività dovranno trovarsi la comunicazione e il tentativo di elaborare e sperimentare nuove vie di comunicazione artistica. Montepulciano è un’officina per giovani artisti (cantanti, attori, strumentisti, registi, direttori d’orchestra, compositori, scenografi, costumisti, ecc.) che offre a tutti i collaboratori occasioni ideali per studiare e per provare partiture classiche e moderne e per trovare modi vecchi e nuovi di fare della musica. Dovranno essere trovati modi vecchi e nuovi in grado di offrire al pubblico delle possibilità per sentire, capire e apprezzare meglio la musica e le arti.
2) Perciò tutti i concerti e tutti i lavori musicali e teatrali sono da considerare come animazione e trattenimento per gli abitanti di Montepulciano e per quelli dei paesi vicini, come anche per i turisti e gli amanti della musica provenienti da tutto il mondo. Con i loro lavori i giovani artisti dovranno ispirare e innanzitutto incoraggiare la giovane generazione dei poliziani ad occuparsi delle cose dell’arte. Dovunque è possibile, cerchiamo quindi di far partecipare persone di talento di Montepulciano ai processi artistici. Ogni cantierista è invitato a collaborare a queste idee di comunità non solo attraverso l’attività artistica, ma anche attraverso i suoi atteggiamenti ed iniziative personali: qui noi tutti siamo insegnanti e al tempo stesso studenti.
3) Ogni partecipante all’officina è ospite del Comune di Montepulciano, che sostiene le spese di viaggio e quelle per l’alloggio. In una mensa eccellente, sotto la guida di cuochi locali, vengono preparati due volte al giorno eccellenti piatti della cucina toscana. Per corrispondere al carattere di officina e scuola, ma anche per garantire l’uguaglianza che intendiamo attuare fra tutti i partecipanti, il che dovrà rafforzare lo spirito di amicizia e di cooperazione, nessun partecipante riceve onorari. Il successo artistico e morale di ogni Cantiere è dovuto proprio a questo principio.
Chi si è deciso a lavorare a Montepulciano deve tener conto di questo sistema.
Deve sapere che Montepulciano non è un festival di tipo commerciale, ma che si tratta, invece, di animazione politico-sociale e culturale.
Montepulciano, ottobre 1989
HANS WERNER HENZE
Piano Particolareggiato del centro storico (1979)
Con il Piano Particolareggiato del 1979 a Montepulciano la ricerca morfologica viene assunta come base per determinare i valori reali di integrazioni tra elementi artificiali e naturali, tra la “nuova” parte della città e l’antico borgo. Dal Piano sono emerse proposte di rivitalizzazione del centro storico relativamente a nuove e più adeguate destinazioni d’uso degli edifici, del verde urbano, delle strade, elle piazze e delle aree di parcheggio. Il piano presentava tutti gli elaborati necessari a facilitare la pianificazione di questi interventi in rapporto ai finanziamenti possibili relativi sia alle caratteristiche di un “piano pilota”, sia alla parte di finanziamento per servizi spettante al nuovo gruppo residenza economica e popolare, che doveva essere realizzato secondo un programma globale.
Vino Nobile di Montepulciano: prima DOCG d’Italia (1980)
Era il 1980 quando il Ministero dell’Agricoltura e delle Foreste rilasciava la prima fascetta che identificava la denominazione di origine controllata e “garantita” (DOCG) aprendo così una nuova era per il vino italiano. Questa fascetta, serie AA n° 000001, è oggi conservata negli uffici del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano.
Oggi il Vino Nobile di Montepulciano è uno dei vini più prestigiosi al mondo nonché simbolo identificativo della cittadina di Montepulciano. Una qualità tto milioni di bottiglie prodotte e circa novanta aziende imbottigliatrici garantiscono questo prestigio, riconosciuto anche da numerosi titoli ricevuti nel corso degli anni. Il suo primo Disciplinare (che lo riconobbe come D.O.C.) risale al 12 luglio 1966; in seguito, con l’annata 1980 il Vino Nobile di Montepulciano ottiene il riconoscimento della D.O.C.G. ed è il primo vino ad essere commercializzato con questa etichetta, considerata la massima classificazione prevista dalla normativa italiana.Oggi come ieri la sua anima è il Sangiovese (chiamato Prugnolo Gentile a Montepulciano) vitigno che, grazie ad un affinamento di due anni in botti o barrique, raggiunge un gusto inconfondibile che lo rendono riconoscibile e con una forte identità territoriale. Accanto al Vino Nobile ci sono due importanti D.O.C.: il Rosso di Montepulciano D.O.C. e il Vinsanto di Montepulciano D.O.C. A tutelare e promuovere il Vino Nobile di Montepulciano è un Consorzio di produttori che durante l’anno si occupa di far conoscere e apprezzare non solo il vino, ma anche il territorio in cui ha origine.
Il futuro del Vino Nobile di Montepulciano sta dunque nella sua storia di pioniere, di prima DOCG in commercio in Italia.